I micro-influencer sono la nuova frontiera delle digital strategy. Questo agguerrito esercito di utenti che utilizzano i social per condividere i propri contenuti sta diventando una risorsa preziosa per qualsiasi brand. A contare oggi non sono più soltanto i numeri ma la passione, l'impegno e l'affidabilità dei "piccoli".
Offrono il 60% di impegno in più, costano in media 7 volte di meno rispetto ai testimonial celebri e stabiliscono il 22,2% in più di conversazioni settimanali rispetto al consumatore medio. Questi sono i numeri dei micro-influencer, la nuova risorsa del digital marketing. Ad affermarlo è la prestigiosa Hello Society, pluricelebrato brand del New York Times che dal 2011 si occupa di social media marketing. La ricerca condotta da questi esperti del settore ha evidenziato un dato inedito: la collaborazione con un micro-influencer è la soluzione ideale oggi per pubblicizzare piccole e grandi imprese.
Il micro-influencer non è una celebrities che vanta un numero incredibile di fans. È semplicemente un blogger, uno youtuber o un web writer al quale vengono riconosciute una serie di competenze e conoscenze in un determinato settore. Non è un volto famoso che il pubblico deve collegare al brand ma una persona che, con passione e costanza, regala attraverso i social informazioni uniche e interessanti al suo piccolo pubblico di sostenitori. Da un punto di vista strettamente tecnico il micro-influencer è una delle pedine vincenti dell'inbound marketing, è la figura più qualificata per permettere a un brand di trovare il proprio pubblico, di fidelizzarlo e di avviarlo all'acquisto.
Gli operatori di marketing affermano che un micro-influencer per poter essere qualificato come tale deve avere tra i 1.000 e i 100.000 followers, una forchetta abbastanza ampia che lavora incessantemente sul piano del trust e dell'engagement, generando risultati al di sopra di molte aspettative. Spesso sono proprio le community più piccole a fornire i dati più incoraggianti perché la credibilità del micro-influencer è rinforzata proprio dai numeri esigui e soprattutto dall'abitudine di dichiarare esplicitamente i propri rapporti commerciali con un brand o un'azienda.
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Autore: Monica P.
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